Come l'aggressività, anche la paura è una dote necessaria per la sopravvivenza.
Lo stato di allerta è insito nell'animale, che ha bisogno di capire per tempo quando deve fuggire da un potenziale pericolo.
A determinare quando una paura è "sana", o quando si è tramutatain fobia (problema ben più grave e complesso...), sono prevalentemente due fattori:
- la soglia di reazione del cane;
- l'internsità del comportamento manifestato.
A generare paura ed ansia sono degli stimoli che il cane ha registrato come avversativi.
Escluse alcune paure ataviche che l'antenato lupo ha tramandato al cane, ogni individuo ha un suo personale filtro attraverso il quale osserva il mondo, definito dalle sue doti caratteriali, ma non solo.
Quindi ciò che crea paura in un soggetto, non è detto che provochi la stessa reazione ad un altro soggetto.
Gli stimoli possono essere di natura visiva, uditiva, tattile ed olfattiva.
Nel cane fobico le soglie di reazione sono molto basse, abbinate ad intensità di comportamento altissima.
Non è raro che nel vivere l'esperienza negativa il cane entri in crisi di panico, rischiando di mettere in pericolo gli altri e sè stesso.
Il confronto con il proprietario e l'osservazione del cane sono determinanti per capire quale sia la radice del problema ed il margine di intervento che la situazione concede.
Un cane fobico è emotivamente impegnativo per un proprietario che lo affianca, perchè vive spesso le difficoltà del cane con sofferenza, ansia ed impotenza.
Le doti caratteriali del cane, il modo in cui verrà accompagnato e sorretto nel percorso, faranno la differenza sulla totale scomparsa dei sintomi da fobia presentati inizialmente, o sulla normale ed accettabile convivenza, senza che vi siano picchi comportamentali negativi.
ERIKA STRIULLI ADDESTRAMENTO CANI ED ACCADEMIA FORMATIVA CINOFILA
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