Perche il cane salta addosso

Insegnare al cane a non saltare addosso

Altro comportamento particolarmente sgradito, soprattutto se rivolto agli ospiti, è il "saltare addosso" del cane.

In modo particolare se il cane è di grossa taglia ed è particolarmente fisico, c'è il rischio di poter perdere l'equilibrio e farsi male.

In realtà, come spesso accade, anche questa sfumatura comportamentale altro non è che la punta dell'iceberg di una problematica più profonda.

Si può considerare a tutti gli effetti un sintomo, per questo motivo non è ipotizzabile dare un'unica soluzione che si limiti al comportamento direttamente osservabile.

Il primo obiettivo è capire quale sia la causa che spinge il cane a manifestare tale azione, comunque ricca di dettagli che permettono al professionista di poter individuare già dopo qualche secondo la dote caratteriale del cane che alimenta il comportamento.

Facciamo subito un primo appunto: 

non è assolutamente vero che un cane che salta addosso manifesta sempre socievolezza, apertura e felicità, anzi.


Molto spesso il comportamento si traduce in diffidenza sociale, scontro ed aggressività.


A seconda dunque della natura del comportamento, l'intervento del professionista sarà diverso.


QUANDO A SALTARE ADDOSSO E' IL CUCCIOLO

Quando un cucciolo salta addosso siamo all'interno di un comportamento assolutamente normale, che oscilla tra il contatto sociale e la richiesta.

Basta pensare al cucciolo che salta sul muso di mamma per leccare le labbra, legato sia alla deferenza sociale, sia alla richiesta di cibo.

Personalmente è un comportamento che non vado a modificare nel cucciolo, anzi, cerco di enfatizzarlo spingendo il contatto sociale tra cucciolo e proprietario, facendo leva sulla dote primaria che in quel momento guida la vita stessa del cucciolo: la socialità.

E' un momento delicato, in cui il cucciolo ha bisogno di prendere fiducia e sicurezza nella persona che ha al suo fianco e che lo dovrà aiutare nella crescita.


Il contatto fisico di un cucciolo, anche se esuberante o invadente, è la manifestazione sociale più bella che si possa osservare.


Come andrà canalizzato, successivamente, il comportamento, sarà il cane stesso a dirlo, attraverso la formazione e la manifestazione delle sue doti caratteriali, memoria di razza inclusa.


Alcune teorie cinofile sostengono che al cucciolo vada insegnata la calma fin da subito, o che saltare addosso sia un preludio di mancanza di rispetto, quindi vengono usate inibizioni quali aria compressa, rumori improvvisi o altro.


L'INIBIZIONE ATTRAVERSO ARIA COMPRESSA, VIOLENZA FISICA, O ALTRO SI CHIAMA COERCIZIONE.


Nel mio modo di lavorare esiste la canalizzazione delle doti caratteriali.


E' veramente giusto ed eticamente corretto avere un cucciolo "calmo" ?

E' così che si sentirà un adulto compreso e realizzato?

Si vedono spesso cuccioli seduti davanti ad una ciotola aspettando il segnale che permette loro di mangiare.

Così come si vedono cuccioli seduti davanti al proprietario in attesa di riceve il famoso biscotto.


Tutto questo NON è rapporto e non è educazione, ha un altro nome: COMUNICAZIONE APPRESA.


Il cucciolo impara che per ottenere ciò che vuole ha due alternative: spegnersi e sembrare calmo, andando quindi contro la sua natura, oppure sedersi o mettersi a terra.

Cosa ci sia di reale e spontaneo non si sa.


Canalizzazione, quindi: prediligo spiegare al proprietario come deve essere gestito un cucciolo nell'arco di una giornata, quante ore di sonno garantirgli ed in quale luogo della casa, dove fare le uscite e per quanto tempo, come giocare con il cane e soprattutto come canalizzare le doti nel comportamento desiderato, affinchè il cucciolo continui a fare il cucciolo, senza contrasti, sentendosi capito e compreso per ciò che è: un neonato di un'altra specie.


IL CANE SALTA ADDOSSO: LE CAUSE

Innanzitutto bisogna fare una prima distinzione: il cane salta addosso ai proprietari o agli estranei?

Nel primo caso la dote di riferimento è la socialità, ossia la dote che determina le relazioni sociali all'interno del "branco" di appartenenza.

Nel secondo caso invece le doti di riferimento sono socievolezza e diffidenza, ossia la doti - antagoniste tra loro - che determinano il comportamento verso l'estraneo.

Già con questa piccola, ma grande, distinzione si posso ipotizzare diverse cause:

- rapporto errato con il proprietario che porta il cane ad andare in eccesso comunicativo;

- rapporto errato con il proprietario e successiva incapacità del cane nelle gestione dell'estraneo.


Vi sono ulteriori parametri da tenere in considerazione:

- luogo in cui è manifestato il comportamento: in casa o in ambiente sconosciuto?

- posizione del cane: salta frontalmente rispetto alla persona? O alla schiena?

- intensità del comportamento: il cane si appoggia delicatamente o dà forza fisica?

- frequenza del comportamento: salta addosso in continuazione oppure si ferma appena prende contatto?

- concomitanza di comportamenti: il cane salta addosso o alterna questo comportamento ad altri comportamenti (ad esempio correre in tondo)?

- momenti della giornata in cui il comportamento è manifestato: al rientro del proprietario? prima dell'uscita? solo con gli ospiti in casa? 


Sono solo alcune delle variabili che, a seconda del cane, aiutano a cogliere quale sia la dote caratteriale su cui poggia il comportamento.


Se il cane adulto va in cure parentali, quindi in eccesso comunicativo - essendo un comportamento tipico del cucciolo - leccando gli angoli della bocca, significa che c'è un disagio da colmare, non è segno di felicità. 


UN ECCESSO COMUNICATIVO, PER DEFINIZIONE, NASCONDE UN PROBLEMA.


Un'altra dote caratteriale che spesso alimenta il saltare addosso è la nevrilità, ossia la velocità con cui il cane si muove nell'ambiente e atttraverso le doti.


Un cane altamente nevrile sarà più propenso ad alzare facilmente lo stato endorfinico causato da stressori.

Lo stato endorfinico alto (spesso legato ad una mancanza di sonno) porta il cane a doversi riequilibrare attraverso il movimento.

A seconda delle caratteristiche del cane e della memoria di razza, saltare addosso è uno di quei comportamenti che portano il cane a riequilibrarsi.


COME SI COLLEGANO LE DOTI CARATTERIALI ATTRAVERSO IL COMPORTAMENTO

All'interno di uno stesso comportamento il cane attua almeno tre doti.

Facciamo un esempio:

entra l'ospite in casa.

Il cane corre verso l'ospite: doti attuate, nevrilità, territorialità, diffidenza.

Se corre verso l'ospite nonostante la presenza del proprietario, anche la socialità funziona in negativo - ossia il cane si sente in dovere di gestire l'ingresso dell'ospite senza prima rivolgersi al proprietario (problema di rapporto in atto).

Il cane salta addosso all'ospite e manifesta cure parentali (lecca gli angoli della bocca) nonostante il proprietario gli chieda di non farlo: dpti attuate, diffidenza sociale e indocilità.

Il cane salta addosso all'ospite e ringhia. doti manifestate, territorialità, diffidenza sociale, aggressività (il rapporto con il proprietario è inesistente o errato).

Il cane salta addosso al proprietario quando rientra in casa e manifesta cure parentali: socialità agisce in negativo, c'è un problema di rapporto.

Altre situazioni di vita reale:

sto per uscire con il cane, appena prendo il guinzaglio il cane salta addosso e cerca di mordere il guinzaglio che ho tra le mani: doti, nevrilità, reattività, aggressività (forse), quindi il cane anticipando l'uscita sale di nervi ed è "costretto" ad equilibrarsi (problema gestionale ma non sempre relazionale).


LE SOLUZIONI

Come si può dedurre dalle spiegazioni precedenti, il semplice comportamento visibile non può essere preso in considerazione come un elemento fine a sè stesso.

In realtà, con nessun comportamento manifestato è possibile farlo. 

Senz'altro si possono definire le doti caratteriali su cui generalmente si può fare leva:

- socialità: instaurare con il cane una relazione corretta, che per metta al cane di sentirsi al sicuro ed in equilibrio rispetto al rapporto con il proprietario ed all'ambiente che lo circonda;

- docilità: ovvero l'aspetto collaborativo tra cane e proprietario, che sia fondato su una leadership riconosciuta basata sulla fiducia, e non sulla subordinazione tipica della sudditanza psicologica; 

- nevrilità: canalizzare il "motore" del cane in lavori sportivi-addestratevi che gli permettano di sentirsi realizzato e non balamente "soffocato";

- gestione dei ritmi di vita: garantire le adeguate ore di sonno, dare certezze realizionali e riferimenti temporali, gestione da parte del proprietario dei momenti cruciali (esempio, ingresso dell'ospite in casa);


Come già detto in precedenza, inibire o soffocare un comportamento, chiedendo al cane di essere ciò che non è, comporta altre problematiche nel lungo periodo, generando frustrazione nel cane stesso e deterioramento del rapporto con il proprietario.




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