Una delle problematiche frequenti nei cani, insieme alla distruttività e ai bisogni in casa, è la gestione del cane aggressivo con gli estranei. A seconda della tipologia del cane in questione, quindi memoria di razza, e delle sue doti caratteriali - uniche e non modificabili - ci troveremo di fronte a situazioni completamente diverse tra loro, se non addirittura opposte. Ad esempio, la dote che spingerà un Golden Retriever a relazionarsi con l'ospite all'interno del proprio territorio, sarà probabilmente la socievolezza, ossia la dote caratteriale madre della razza.
Viceversa, se il cane in questione è, ad esempio, un Cane Corso, il comportamento potrebbe poggiare su doti quali la diffidenza, la territorialità e, di conseguenza, l'aggressività. Risulta quindi necessario parlare di quale siano le doti caratteriali che vengono maggiormente coinvolte nella questione "ospiti in casa".
Il modo in cui il cane, naturalmente e spontaneamente, si relaziona con persone che non conosce è determinato da tre fattori:
Soffermiamoci sul primo punto.
La socievolezza è una dote che consente al cane di rapportarsi con l'estraneo in modo sereno e propositivo, generalmente il cane che possiede questa dote caratteriale - che può essere considerata bassa, media o alta - possiede anche una buona docilità (atto a voler collaborare) e una buona socialità (il mio in cui il cane vive ed interpreta il rapporto gerarchico con il proprietario, o in generale con il nucleo familiare). Un'alta socievolezza comporta il desiderio del cane di interagire con l'estraneo. Da questo punto di vista vi sono anche razze che tendono ad avere una socievolezza che spesso oltrepassa la soglia dell'equilibrio, quali Golden Retriever e Labrador, nascondendo spesso il disagio ambientale dietro a questa dote.
Per questo motivo la valutazione del comportamento del cane, anche quando "sembra" socievole, è importantissima.
Dire "il cane fa le feste" non è sinonimo di cane a proprio agio o di cane socievole, la considero infatti una dote che nasconde dettagli comportamentali non semplici da cogliere per un non esperto e che frequentemente viene confusa. Molti cani considerati socievoli da cuccioli, arrivano a mordere in adolescenza o in età adulta. Perchè? Perchè, di fatto, il comportamento del cucciolo è stato completamente travisato e, di conseguenza, non capito.
Una bassa socievolezza prevede che il cane non abbia alcuna problematica nel relazionarsi con l'estraneo, o che non dimostri l'esigenza impellente di doversi relazionare a tutti i costi. Potrebbe anche manifestare una semplice indifferenza, senza eccedere in diffidenza.
La diffidenza, appunto.
Altra dote spesso confusa e raramente accettata dall'essere umano, professionisti cinofili inclusi. La diffidenza comporta la non indifferenza del cane cane verso l'estraneo, ma questa volta in senso negativo. L'estraneo non è visto dal cane come un partner con cui condividere, ma come un competitor con cui misurarsi. Quale è l'errore più comune? Pensare che un cane dotato di diffidenza genetica poca modificare il suo comportamento attraverso la socializzazione interspecifica. Errore valutativo madornale, che puntualmente porta ad una ggressività latente non controllata ed imprevedibile.
La diffidenza del cane verso l'estraneo può avere tre radici:
Va da sè che un cane diffidente genetico non può essere lavorato e gestito come un cane diffidente traumatico. Il comun denominatore di tutte e tre le casiste è l'importanza del giusto rapporto con il proprietario, che farà da garante tra il cane e il mondo esterno.
La diffidenza è, per definizione, l'anticamera dell'aggressività verso l'estraneo, soprattutto l'ospite. Nel caso di diffidenza genetica - anche in questo caso da valutare se bassa, media o alta - il cane ha un profilo caratteriale che trascina con sè anche altre doti quali indocilità, possessività, territorialità, aggressività.
Ovviamente ci sono altre doti che il professionista deve valutare nel momento in cui è chiamato a costruire il giusto rapporto tra cane e proprietario e la giusta gestione del cane, quali il temperamento, la tempra e la socialità.
Un cane dotato di diffidenza genetica non può diventare un cane socievole.
Il fulcro della sua gestione (GESTIONE!) è il rapporto con il proprietario. Diversamente, un cane diffidente a causa di mancanze o traumi, dovrà essere analizzato diversamente, poichè sarà portato a nascondere le doti reali che lo caratterizzano, a causa delle esperienze non avute o negative. Un cane diffidente verso l'estraneo causa mancate esperienze ha più probabilità di recupero rispetto ad un cane diffidente causa trauma. Il trauma lascia il segno, sempre. La capacità di recupero del cane passa per altre sue doti, soprattutto per il temperamento (qualità complessiva del cane), e dallac apacità del proprietario di essere un valido e credibile punto di riferimento a cui affidarsi in caso di necessità.
Al di là della radice da cui nasce la diffidenza del cane, la prima domanda da porsi è: è realmente necessario che il mio cane interagisca con gli ospiti?
Molto spesso l'interazione con l'ospite è una nostra esigenza, non un reale bisogno del cane, considerando inoltre che l'interazione con l'estraneo all'interno di un ambiente conosciuto come quello casalingo altera il comportamento del cane, creando un condizionamento inevitabile. La seconda domanda da porsi è: i miei ospiti hanno le capacità, le competenza, per relazionarsi on il mio cane in modo corretto mettendolo a proprio agio? "Tranquillo, amo i cani, ne ho sempre avuti, non c'è problema per il tuo cane"
Puntualmente arriva il morso - causa invadenza dell'ospite nei confronti del cane - e puntualmente arriva la denuncia.
Ecco la mia risposta, unica, a queste due domande: PROTEGGETE I VOSTRI CANI!
Le armi a vostra disposizione sono due: il rapporto tra voi ed il vostro cane e la creazione di un ambiente dove il cane possa stare tranquillo in presenza di ospiti in casa (trasportino in altra stanza con porta chiusa, altra stanza con porta chiusa, box).
Non ha alcun senso chiedere al proprio cane di vivere, solo per nostra esigenza e desiderio, situazioni che lo mettono sotto stress.
Non chiedete al vostro cane ciò che non chiedereste neanche a voi stessi.
E' diffidente? Prima di tutto rispettatelo, dopodichè aiutatelo rivolgendovi ad un professionista qualificato.
Se il cane, in vostra presenza, manifesta aggressività verso l'ospite - al di là delle sue doti caratteriali - il problema non è meramente tra il cane è l'ospite, il problema è principalmente tra voi ed il vostro cane. Se il cane, nonostante la presenza del proprietario, si sente in dovere di intervenire assumendosi una responsabilità decisionale così importante, significa che non c'è leadership da parte del proprietario, e che non viene preso dal cane come punto di riferimento. Deve quindi essere messo in discussione il rapporto, che dovrà essere modificato.
Generalmente quando un cane diffidente e territoriale non ha un giusto rapporto con il proprietario è il primo ad approcciarsi all'ospite. E' il cane ad accogliere l'ospite in casa, a raccogliere dati - a volte annusando, a volte saltando e "testando" fisicamente l'intruso - e a decidere se l'ospite può entrare o meno. Questo "sipario", frequente nei cani di famiglia, spesso diverte i proprietari, che in realtà senza rendersene conto stanno delegando al cane la gestione dell'ospite, alimentando un ruolo di primo piano all'interno di una situazione che non dovrebbe competere al cane.
Se tale errore gestionale viene commesso con un Barboncino, il danno futuro potrebbe essere un danno contenuto. Se l'errore viene commesso nella gestione di Pastore Tedesco o di un Rottweiler, il danno futuro potrebbe essere decisamente più rilevante.
Gestire un cane aggressivo con gli estranei richiede dunque una comprensione profonda delle sue doti caratteriali e delle cause alla base di questo comportamento. È fondamentale che il proprietario sviluppi un rapporto solido e di fiducia con il proprio cane, diventando un punto di riferimento sicuro e autorevole. Inoltre, creare un ambiente domestico che consenta al cane di sentirsi al sicuro e a proprio agio, senza forzarlo a interazioni stressanti, è cruciale per evitare episodi di aggressività.
Per chi desidera approfondire queste tematiche e acquisire le competenze necessarie per gestire al meglio i comportamenti aggressivi nei cani, il corso per educatori cinofili organizzato a Cagliari rappresenta un'opportunità imperdibile. Partecipando al corso, avrete la possibilità di imparare da esperti nel campo della cinofilia, esplorando approcci teorici e pratici per migliorare la relazione con il vostro cane e garantirgli una vita equilibrata e serena.
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ERIKA STRIULLI ADDESTRAMENTO CANI ED ACCADEMIA FORMATIVA CINOFILA
SOCIETA' SPORTIVA DILETTANTISTICA A RESPONSABILITA' LIMITATA SIGLA: ERIKA STRIULLI A.C.A.FO.C. S.S.D. A R.L.